Ricciocarpo natans -Europan 14
Lillestrom – Norvegia
Nel 2100 Lillestrom sarà caratterizzato da aree rinaturaliszzate e a uso misto. La sua costruzione sarà suddivisa in due fasi indipendenti. La prima inizierà con la creazione di un’area cuscinetto, intervenendo sulle infrastrutture blu e verdi, insieme a un processo di in-fill che agirà sull’ambiente costruito di Nesa, con lo scopo di preservare le imprese industriali, i servizi e gli spazi pubblici.
Nesa diventerà un quartiere autosufficiente, vivace nell’arco della giornata, intergenerazionale, polivalente e resiliente alle sfide future. Nella seconda fase, l’area di progetto sarà oggetto di diverse azioni: depurazione in loco dei suoli contaminati, fusione e riuso dell’architettura preesistente e costruzione ex novo di diverse tipologie.
La progettazione delle infrastrutture blu rientra in un approccio resiliente agli eventi estremi: argini, pianure alluvionali e canalizzazioni di scarico-drenaggio sono esempi di misure per drenare l’acqua verso zone specifiche. Quando operano lungo un fiume, questi elementi hanno grandi volumi; al contrario, saranno minuscoli e si diffonderanno sull’intero sito di progetto. La progettazione sarà allineata alla topografia locale, al fine di ridurre i costi e rendere più agevole il loro funzionamento.
La progettazione dell’infrastruttura verde, che implementa quella blu, consolida ed espande la flora autoctona e collega il nuovo quartiere urbano ai bacini naturali circostanti, generando microeconomie legate all’industria del legno e al turismo rurale. Insieme, le infrastrutture blu e verdi, agendo come misure di mitigazione, possono stoccare le emissioni di CO2, purificare i suoli contaminati e aumentare la biodiversità. Generano un troisième paysage con una forte identità, che, nonostante non sia immediatamente accessibile, è comunque necessario per il recupero dei suoli, favorendo l’avvio di proficue attività di ricerca scientifica. Queste strategie si fondono con quelle mirate a disincentivare l’uso dell’auto a favore della mobilità dolce, introducendo soluzioni intermodali e un diverso disegno della viabilità: area di moderazione del traffico, strade ciclabili, woonerf nel nuovo contesto urbano.
Le nuove infrastrutture ambientali e di mobilità svolgono un ruolo strategico già nella prima fase, legando aree attualmente frammentate. La nuova urbanizzazione generata dalle azioni della fase 1 sarà impostata su questo quadro iniziale. La segmentazione del progetto su diverse scadenze temporali è un modo efficiente dal punto di vista dei costi per concentrarsi sugli aspetti critici individuati nell’area.
team:
Arch. Maria Leonardi
Arch. Giacomo Magnabosco
Arch. Nicola Rosson
Arch. Beatrice Scarparo