Un bivacco montano sperimentale
Obiettivo del workshop è stato quello di costruire un modello sperimentale in autocostruzione di ricovero minimo (bivacco montano) in grado di ospitare per brevi periodi dalle 3 alle 4 persone in qualsiasi stagionalità e in ambienti freddo umidi (territori montani a medie altitudini). Tale ricovero è stato pensato per essere soprattutto utilizzato da chi, per scopi escursionistici, vacanzieri o altro, intendono esplorare quella parte di territorio montano, oltre il limite antropizzato, che non appartiene alla montagna aulica delle grandi vette, ma conserva ugualmente grandi peculiarità dal punto di storico paesaggistico e faunistico-boschivo. Un territorio che oggi vive l’emergenza di un progressivo e drammatico abbandono.
Il workshop ha visto una serie di comunicazioni propedeutiche e specialistiche riguardanti le tematiche emergenziali, ambientali e costruttive allo scopo di approfondire la conoscenza rispetto alle criticità multidisciplinari che una realizzazione sperimentale comporta.
Le comunicazioni sono state tenute da Giovanni Mucelli, da Massimiliano Scarpa e da Beatrice Scarparo per Iuav e studioMAA, da Andrea Maggiolo e da Federico Tomasoni per Eahr, da Giacomo Magnabosco dello studioMAA.
Il progetto sul campo ha generato una costruzione innovativa in autocostruzione, completamente reversibile, generando due cupole ogivali compenetrate, senza centine, di diversa altezza e diametro, mediante una tecnica costruttiva sperimentale denominata EcoSuperAdobe completamente plastic-free. Un’evoluzione della tecnica Superadobe (normalmente utizzata in ambienti caldo secchi), pensata per rispondere al meglio alle condizioni ambientali freddo-umide caratteristiche dell’ambiente montano e a impatto a impatto ambientale zero. Al posto della tradizionale manica tubolare in polietilene è stata usato una manica in materiale naturale: la juta. Il riempimento è stato realizzato con inerti riciclati ottenuti dal recupero di rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) utilizzati a secco, differentemente dalla tecnica Superadobe che prevede un riempimento di terra umida. Funzionalmente la cupola maggiore di diametro alla base di 3,6 m. e un’altezza di circa 4,00 m. contiene il ricovero vero e proprio in quanto dotato di arredi fissi multifunzionali (seduta, tavolo, letto) posti a diverse altezze e realizzati in legno riciclato (osb). La cupola più piccola 2,70 m. alla base e di altezza i circa 3,60 m. contiene una stufa per il riscaldamento invernale che permette l’utilizzo del bivacco sperimentale in tutte le stagioni.
L’ingresso è stato posto nella compenetrazione tra due volumi la cui struttura e tamponamento è sta realizzata sempre con legno riciclato. La superficie esterna è stata intonacata con sabbia riciclata e calce.
L’esperienza ha permesso, agli studenti partecipanti, di raggiungere gli obiettivi dell’offerta formativa del workshop che sono stati:
• il potenziamento delle capacità di applicare conoscenza e comprensione, in una dimensione interdisciplinare, che ha portato gli studenti a ragionare sulla scelta di soluzioni tecnologiche innovative e appropriate per la realizzazione, in autocostruzione, di un modello sostenibile di bivacco montano completamente reversibile e a impatto ambientale zero
• l’apprendimento di una tecnica costruttiva semplice attraverso metodi di learn by doing.